Le modalità di gestione economica delle forme associative della medicina generale


Con questo articolo vorrei avviare una discussione sul sito in merito alla gestione delle forme associative della medicina generale ed in particolare delle UCCP, che in Veneto vengono, forse impropriamente, denominate Medicine di Gruppo Integrate ( MdGI ).

Impropriamente in quanto in realtà allo stato attuale delle cose nelle MdGI del Veneto operano solo medici di famiglia, infermieri professionali e personale di segreteria, mentre nulla è al momento previsto per l’ingresso della Continuità Assistenziale ( CA ) e degli Specialisti Ambulatoriali Interni ( SAI ), sebbene si stiano facendo tavoli separati con queste categorie di medici, in cui si dovrebbero trattare i temi del loro inserimento nelle UCCP/MdGI, senza però coinvolgere anche i medici di famiglia, che in realtà sono gli attori fondamentali della MdGI, se non altro là dove la forma associativa è affidata all’iniziativa ed ai fondi messi a disposizione proprio dai medici di famiglia, salvo quelli del personale, che viene retribuito dalla ULSS, ma con l’intermediazione dei medici di famiglia, unici titolari, ad oggi, dei fondi stanziatio dalla regione Veneto per il personale delle MdGI.

Ebbene, occorre che i medici del SSN, convenzionati e non, si rendano conto che, vist ii fondi destinati alle MdGI dalla Regione Veneto, si stanno animando gli interessi di varie categorie, in primis le Cooperative di Servizio.

Ma siamo proprio sicuri che sia questa la strada giusta per i medici del territorio? Non si può prefigurare il rischio che a breve i fondi del SSN vengano dirottati direttamente a tali cooperative, da cui ahimè il medico della MdGI potrebbe trovarsi presto a dipendere?

Siamo sicuri che non ci siano altre strade, più sicure, pur se forse più impegnative, che consentano ai medici del territorio di continuare ad essere i titolari dei fondi stanziati da Stato e regioni per la gestione del territorio?

Cooperative di medici o Società di medici di vario tipo, ed in particolare le s.r.l, possono rappresentare una valida alternativa evitando i rischi di depontenziamento del potere contrattuali dei medici del territorio?

Di questo mi piacerebbe dissertare con tutti gli operatori sanitari ( non dimentichiamo che nelle forme associative della medicina generale lavorano infermieri professionali e personale di segreteria, e si possono prevedere a breve gli ingressi dei medici di CA e SAI, oltre che di altre figure come Assistenti sociali o Psicologi).

Mi piacerebbe in particolare capire come nel resto d’Italia funzioni la gestione delle forme associative complesse della MG e come vorrebbero organizzarsi coloro i quali in futuro dovranno impegnarsi in tal senso

A breve vi indicherò la modalità d’azione della Regione Veneto e vi farò una cronistoria del processo che ha portato alla progressiva diffusione delle MdGI, che, come da delibera regionale di ottobre 2016, dovranno coprire per lo meno il 60% dei Medici di famiglia della regione entro il 2017 e almeno l’80% entro il 2018

Mario Lafratta Socio fondatore di ANMOS nonchè MMG ULSS 106 Vicenza


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Informazioni su Mario Lafratta

Medico di Continuità Assistenziale dal 1984 al 2011 Medico di famiglia dal 1987 Animatore di Formazione dal 2003 Tutor di Medicina Generale dal Gennaio 2015 Referente della Medicina di Gruppo Integrata di Altavilla dal luglio 2015 Socio Fondatore di ANMOS