GIACINTO CESTONI SCIENZIATO nel tricentenario della morte (1637-1718)


Per gentile concessione della                                                                              Prof.ssa MARISA CALISTI

Nell’affrontare questa breve riflessione il mio pensiero ritorna a Mario Tanga e al suo pregevole studio su Giacinto Cestoni , i rapporti con Redi e le scienze della vita nel sec. XVII , alla sua introduzione illuminante: Nessuna verità, tantomeno una verità scientifica, è per sempre. Il sapere e la storia sono impastati della stessa materia, corrono sullo stesso filo, il filo del tempo, sono iscritti in un inarrestabile, inevitabile divenire. Inoltre questa provvisorietà rispetto al tempo ha il suo correlato nella relatività di ogni posizione, opinione, teoria, assunto, rispetto ad un’altra discorde, contrapposta, o semplicemente “altra”… Il tempo e i contenuti sono come le due coordinate rispetto alle quali si dispiega la grande, mutevole e variegata mappa di quella avventura umana che è la conoscenza…”

La storiografia “ufficiale” ha definito “minore” lo scienziato Giacinto Cestoni relegandolo nelle retrovie del mondo della scienza. La ricerca storiografica affrontata in questi ultimi decenni ha restituito giustizia allo scienziato comprimario insieme a Francesco Redi, Antonio Vallinisneri, Marcello Malpighi, Lazzaro Spallanzani, di quella stagione culturale i cui fermenti sono alla base della medicina scientifica moderna.

Io non suppongo le cose, le provo con l’esperienza”

Naturalista, filantropo, speziale, biologo e ricercatore di altissimo livello Giacinto Cestoni nacque a Montegiorgio nel 1637 e morì a Livorno nel 1718. (“Il dì 13 maggio 1637, fu la mia nascita in una terra della marca Anconitana fra Macerata e Fermo nominata S. Maria in Giorgio, poco lontana dalle Grotte di Montalto, dove ebbe il natale il gran Pontefice Sisto V”. Stralcio della sua lettera 21 del 6-1-1698 dall’Epistolario Cestoni – Vallisnieri).

La medicina nel Seicento risente profondamente di un tempo nel quale affiorano i germi delle nuove idee filosofiche, scientifiche, contro i vincoli imposti alle indagini e agli studi. La forza animatrice rappresentata dal pensiero galileiano e dalla scienza sperimentale, il superamento dei limiti della soggettività dell’indagine così come i limiti oggettivi della percezione divenne un obiettivo primario, al quale veniva ad essere subordinata ogni possibilità di seria ricerca. Nuovi orizzonti si schiusero allo sguardo indagatore degli scienziati seicenteschi. Con il microscopio l’infinitamente piccolo si rivelò nella sua infinita grandezza e le indagini che ne scaturirono diedero una svolta inarrestabile alla medicina: per la prima volta fu confutato il principio secondo cui la malattia era umorale e di generazione spontanea. Giacinto Cestoni attraverso l’osservazione sistematica, ha utilizzato tutti i vari tipi di strumentazione quali termometri, idrometri, barometri, lenti e microscopi di diverse qualità che erano stati inventati da poco tempo, attestava che la causa della scabbia era un acaro, la scoperta fu tale che permise di comprendere solo nel XIX l’origine parassitaria di tante epidemie che affliggevano la popolazione dell’epoca. Come biologo, nella storica data del 20 Giugno 1687, invierà a Redi una lettera in cui, unitamente a Bonomo, enunciando la sua famosa teoria della contagiosità della scabbia, inaugura la modernità in tema di infezioni e contagi.

Apprendista speziale nel suo paese natale, a parte alcuni viaggi in Francia e in Svizzera, si stabilisce a Livorno dove è vissuto fino alla sua morte, il 29 gennaio 1718. Molto stimato e ben inserito nella città di Livorno, acquisisce la cultura toscana, facendosi chiamare e firmandosi “Diacinto”. Essere speziale, nel XVII secolo, voleva dire essere non semplicemente un dispensatore di rimedi e presidi terapeutici, ma essere un preparatore e quindi un manipolatore delle sostanze più diverse, molte delle quali nuove o poco conosciute, avere contatti e occasioni di osservazione in campo “biologico” ed “epidemiologico”. Nella continuità della professione di speziale, Cestoni ha modo di essere un grande preparatore farmaceutico, un erborista, un naturalista e un filosofo sperimentale. Come farmaceutico, con pazienza e scrupolo, riesamina la funzione delle piante, analizza i farmaci fino ad allora conosciuti, ne segue gli effetti, si documenta sulla loro efficacia e dà il suo responso. Come speziale ricercherà (e verificherà attraverso opportuni protocolli) i legami causa-effetto tra le sostanze somministrate e l’effetto terapeutico ottenuto, cercando di liberare il campo da tutto il ciarpame dei rimedi in auge all’epoca, tanto meno verificati quanto più erano astrusi e sofisticati. Mostra concezioni di straordinaria modernità quando afferma, in linea con tutto il suo pensiero, che essere parchi nei costumi alimentari vale, per la salute, più dell’assunzione di mille “intrugli”.

La sua spezieria divenne a Livorno un cenacolo di sapere. Il Granduca di Toscana Ferdinando II lo nominerà Protospeziale del ducato e volle venire a contatto con lo scienziato anche Federico IV di Daminarca. Purtroppo per la sua natura umile e schiva – scriveva in una sua lettera: “son ricco perché mi contento” non diede alle stampe opere concernenti le sue ricerche restando defilato, benché conosciuto, dalla ufficialità storica scientifica. Ha affidato le sue osservazioni sistematiche a Giovanni Cosimo Bonomo, suo giovane collaboratore e laureato in medicina, condividendole anche con illustri personalità del pensiero scientifico come il Redi, il Malpighi, il Zambeccari, i quali applicandone le ricerche ne divulgarono l’opera. Gli unici scritti che uscirono con suo nome comparvero all’interno delle opere del Vallisnieri per iniziativa di quest’ultimo. L’Epistolario Cestoni-Vallisnieri, composto da lettere manoscritte, conservato nella Biblioteca Marucelliana di Firenze, è stato pubblicato dalla Reale Accademia d’Italia ne “I Classici della Scienza” in Roma 1940 – 1941, con l’introduzione ed a cura di Silvestro Baglioni, per merito del quale si possono ricostruire le vicende e l’importanza dei risultati conseguiti da Cestoni, nonché uno straordinario spaccato di vita del Seicento. Fino agli ultimi anni si dedicò con continuità e passione alla ricerca scientifica. Tantissime e  importanti sono state le osservazioni le intuizioni e le scoperte di Cestoni, spaziando dal campo della biologia, alla botanica, all’entomologia, all’alimentazione, seppure abbia pubblicato pochissimo. Sentendosi, come lui stesso si è definito, “inadeguato, per la mancanza di studi regolari”, di certo, per la sua “non cultura erudita” è stato il più moderno studioso e il più libero da preconcetti e idee antiquate .

Si spense” pianto come il più fedele e il più sincero fra gli uomini” a Livorno il 29 gennaio del 1718 . Il De Soria, che aveva conosciuto il Cestoni, così termina la di lui biografia: “Allor ch’ei morì, i poveri lo piansero come lor padre, gli amici come il più fedele, e il più sincero tra gli uomini, tutti come un uomo straordinario nella bontà del cuore, nella semplicità del costume, e nella solidità del sapere”.

Luglio 2018                                                                                        

MARISA CALISTI